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ASPETTI
DEL LAVORO DURANTE IL CAPITOLO |
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Il Capitolo riunisce
dei Cavalieri dove ognuno ha un grado culturale ed una
evoluzione differente, minore o superiore a quella degli
altri. Si deve essere perfettamente cosciente di queste
differenze accettandosi mutualmente e con spirito fraterno.
Così nasce la tolleranza.
Essa fa apprezzare il valore della legge d'amore percepita
da tutti coloro che vogliono sinceramente cercare e accettare
la Luce.
Coloro che cercano la Luce sono in molti, molti anche
coloro che non la troveranno mai. È fra coloro
che l'avvistano tanti non l'accetteranno perché
essa si oppone ai loro interessi egoistici.
L'attività dei Cavalieri durante il Capitolo può
essere considerata come un lavoro di gruppo.
Questo significa che ci si riunisce intorno al Comandante
per fargli varie domande, qualche volta insidiose, senza
senso; il lavoro in effetti comprende l'esame di un'idea,
di un problema o di un soggetto da studiare.
Ogni partecipante deve, secondo le proprie capacità
apportare una contribuzione personale e astenersi da tutti
i commenti negativi e deleteri.
Durante il lavoro collettivo nel Capitolo così
come nella vita nessuno è seduto intorno ad un
tavolo da gioco, non si tratta di trovare degli escamotage
per vincere. I Cavalieri si trovano attorno ad un tavolo
di armonia che ha la sua legge e si applica; essa invoglia
ognuno ad essere in tutti i momenti l'interprete dell'amore
universale, del bello, del bene, del vero. Scelta che
evita tutti gli errori di percorso.
Tutti i Cavalieri non seguono la stessa via di ricerca
intellettuale e spirituale.
Noi possiamo dire che esistono tante vie di ricerca, ognuno
ha le sue letture, i suoi autori preferiti,
nessuno ha le stesse esperienze; ma ognuno si può
contraddistinguere per la sua volontà di perfezionamento
e di studio, e quindi presentare dei lavori su le sue
ricerche.
Noi possiamo che lodare i meriti di colui che dopo gli
impegni professionali spesso troppo onerosi impiega i
suoi momenti di tempo libero per studiare e fare ricerche.
Tutto il lavoro, presentato ai membri del Capitolo è
il frutto di lunghe e pazienti ricerche, di riflessioni,
di meditazioni, che a volte durano anni.
E la redazione di un buon esposto richiede un lavoro da
ottanta a cento ore e anche più.
Dopo l'esposizione del lavoro al Capitolo, il Comandante
dà la parola ai Membri che lo richiedono per esprimere
i loro punti di vista o portare a conoscenza i fratelli
delle loro riflessioni, in base alle esperienze o conoscenze
sul soggetto studiato.
Non deve trattarsi di una critica sterile, di un contraddire
tendenzioso o peggio ancor distruttivo, ma di un nuovo
rapporto costruttivo educativo, che susciti delle riflessioni
e che completano integrando lo studio del soggetto con
le proprie conoscenze.
Questo apporto può essere differente dai punti
di vista del relatore o anche qualche volta opposto; tutti
i punti di vista devono essere ascoltati nel silenzio
o in serenità.
Entrando nell'ordine ognuno ha scelto di perfezionarsi
e di non imporre i suoi metodi o la sua volontà.
Si devono rispettare i pensieri e le idee degli altri;
così lo spirito di tolleranza che anima tutti i
Cavalieri prenderà il suo reale valore.
Tutto ciò non vuol dire che si debba annullare
la propria personalità, al contrario è dalla
contrapposizione di idee diverse, facendo il confronto
in Lui e per Lui, che il Cavaliere costruisce l'edificio
delle convinzioni intime, che gli permettono di agire
sempre e ovunque, nel senso del bene, del bello, del giusto,
infatti dev'essere il vero costruttore di un edificio
che sarà il suo.
Si tratta di applicare i principi di coraggio, di fede
e di saggezza dei Cavalieri medievali per fare la sua
legge individuale e di vivere secondo l'ideale Templare.
I Templari sono degli esseri umani che hanno scelto liberamente
di praticare le regole della fraternità, certamente
è molto facile parlare, ma è molto difficile
agire, immedesimarsi nella vita di tutti i giorni tanto
bene sia nei confronti dei profani che dei suoi fratelli.
I Capitoli non sono un corso serale per adulti, essi mirano
a fare scoprire ai Cavalieri la ricchezza dagli insegnamenti
Templari. Questi insegnamenti non sono cose che si imparano
a memoria o che vanno ad aggiungersi a quello che sappiamo
già senza modificarlo, essi permetto al Cavaliere
di formarsi una regola di vita che applicherà a
tutte le sue forme di attività.
Questa regola si sposa, rimane nella carne e nello spirito,
essa condiziona non solamente le manifestazioni attive
del Cavaliere, ma anche la sua esistenza, il suo modo
di vivere, di pensare, di giudicare, di sentire, di comprendere
le sue opinioni, il lavoro, le sue abitudini, i suoi gusti
e il suo modo di comportarsi in tutte le occasioni.
Il vero Cavaliere studia, riflette per assimilare il contenuto
degli insegnamenti templari e di comprenderli integralmente;
quindi agendo su sé stesso revisionerà le
sue posizioni, le sue idee, le sue abitudini e il suo
modo di comportarsi verso i suoi simili e verso i fatti
che ci accadono attorno.
Si forma una personalità nuova che lo farà
agire e pensare in modo cosciente.
Tutti coloro che tentano di tessere le loro vite conformemente
agli insegnamenti dell'Ordine non riusciranno ad applicarli
sempre, l'importante è che essi sentano il bisogno
di applicarsi per raggiungere meta; l'essenziale che essi
abbiano in fondo al loro cuore la ferma intenzione di
andare in quel senso, di perseverare per avanzare in questa
via. Non tutti hanno i mezzi per raggiungere la meta del
viaggio, ma tutti coloro che si sforzeranno, sono egualmente
meritevoli.
La condizione essenziale per un insegnamento Templare
con profitto è chi lo riceve, abbia la convinzione,
di esserne il destinatario e abbia il proposito di adattarsi
alla più alta meta verso cui è indirizzato.
Tale insegnamento assimilato come un nutrimento nel più
intimo e profondo di sé stesso così come
i doni di analisi di comprensione o di saggezza e tolleranza
dovranno esserne assimilati.
Il Cavaliere non aspetta che gli siano spiegati tutti
i problemi, il suo ardore e la sua sete di conoscenza
lo spingono alla ricerca della fonte o a fare delle deduzioni
da quello che vede o sente.
Questo modo di procedere è uno dei migliori, se
questa condizione, se questa sete non esiste, l'insegnamento
è dispensato e colui che lo riceve non realizza
nessun progresso.
Il Cavaliere deve prima acquisire la padronanza di sé,
che si acquista dalla propria conoscenza di sé,
e la conoscenza di sé si acquista con l'osservazione
di sé stesso.
Questo triplo lavoro, nessuno lo può fare per un
altro, ognuno deve realizzarlo per sé stesso in
un modo attendibile e costante non solamente durante le
tenute dei Capitoli ma nella vita di tutti i giorni.
Il lavoro nei Capitoli hanno lo scopo di indicare ai membri
le discipline e i metodi che sono necessari per raggiungere
la propria realizzazione, ognuno deve in seguito applicare
queste discipline e metodi in ogni momento della sua esistenza
ed in ogni occasione della sua vita.
Il Cavaliere è nato ad una nuova vita, le norme
e le esigenze sono contenute dentro la tradizione cavalleresca,
non si devono vedere dentro questo, né austerità,
né rigidità puritane, né invito a
diventare Santi; il Cavaliere è un essere che non
rinuncia a nulla salvo ad una vita di dissipazione, non
gli viene prescritto di imporsi delle restrizioni o delle
astinenze, gli viene chiesto di diventare cosciente della
propria vita, di dirigerla, di essere il maestro, a vincere
le sue passioni, i suoi vizi ed aprirsi alla pratica della
verità.
Gli è chiesto di non cedere alle influenze esteriori
e di far modo di diventare un esempio per gli altri, una
sorgente di solidarietà nella vita, una guida e
un sostegno per i suoi simili per aiutarli a vivere e
a comportarsi. |
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